Pesce spada per Marco "Poma"
Mi ero appena iscritto al sito "Obiettivopesca" e non si parlava d’altro che dei tonni fra i 50 e 60 chili presenti davanti ad Ostia già dalla fine di luglio 2007.
Convinco il mio amico Ettore (angler esperto) a provarci, lui dispone dell’attrezzatura necessaria, e decidiamo di tentare.
Al rimessaggio prima sorpresa: faccio la conoscenza del mitico Tsunami, anche lui alle prese con i preparativi per l’uscita a tonni.
Io ed Ettore prepariamo la barca, imbarchiamo il necessario e partiamo dal Canale dei Pescatori facendo rotta per le Secche di Paterno.
Arrivati alla boa esterna di nord-est decidiamo di spingerci ancora più al largo e di raggiungere la batimetrica dei 120 metri di profondità. Arrivati sul posto prepariamo le due 50 lb ed iniziamo a pasturare. Caliamo la prima canna a circa 25 metri di profondità e la seconda a circa 40. Il vento è assente e il mare è calmo. Una delle canne ha la lenza madre in dacron, l’altra in nylon dello 0,80. I terminali sono dello 1,20 e gli ami dei circle hook. Tutto sembra perfetto per una splendida giornata di pesca.
Ma ben presto si fanno le 13,30 e come spesso accade le ore sono passate senza nessun segnale, neanche sull’eco. Nel frattempo si è alzata una brezza piuttosto sostenuta che ci sta avvicinando alle secche e alla batimetrica dei 100 metri.
Finita la pastura attendiamo ancora mezz’ora senza nessun segnale e quindi decidiamo di mangiarci qualcosa. Mentre ci gustiamo la consueta pizza e i soliti panini, bagnati da una fresca birra, notiamo un gabbiano far rotta verso di noi. Sulla verticale della barca effettua una virata e si mette a volare allineato con la scia della pastura. Il gabbiano si allontana di circa 200 metri e poi ritorna sulla verticale della barca. Decide di effettuare questa manovra per circa 5-6 volte. Io ed Ettore siamo piuttosto incuriositi da tali manovre, ma un po’ per la stanchezza un po’ per la birra che comincia a fare i suoi effetti, non gli diamo molto peso. Ma ben presto dovremo ricrederci sull’importanza di queste manovre da parte del gabbiano.
Siamo ormai pronti per tornare a casa, quando Ettore mi grida: "è sparito il palloncino della canna calata a 40 metri". Non abbiamo avuto neanche il tempo di metterci in piedi per capire dove fosse finito il palloncino che sentiamo il mulinello di una delle canne che comincia a strillare. Ettore è un fulmine, salta su dal sedile e piomba sulla canna per ferrare. Mentre lui prende la canna mi accorgo che il pesce salta fuor dall’acqua e gli urlo: "non è un tonno ...è uno spada". Ettore procede spedito nel recupero dei 150 metri di filo che sono fuori dal mulinello, io provvedo a recuperare l’altra canna e a liberare la barca.
Il combattimento dura poco, la 50 lb fiacca subito la resistenza del pesce che molto velocemente arriva sottobordo. L’emozione è tanta e l’adrenalina scorre veloce, prendo il raffio e porto a bordo il pesce.
Siamo veramente felici, non è il tonno che pensavamo di insidiare, ma ci rende comunque felicissimi. La bilancia si è fermata solo a kg 13,50 ma di una bontà e prelibatezza senza pari.
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